Visions of Eight (Ciò che l’occhio non vede)

Scheda caricata in Documentari da - Dicembre 28, 2015
Visions of Eight (Ciò che l’occhio non vede)

Otto grandi registi forniscono la loro lettura delle Olimpiadi di Monaco 1972. Il critico Tullio Kezich scrive a proposito di questo documento: «Ciò che l’occhio non vede lo vede l’obiettivo della macchina da presa. Questa tesi, che si direbbe di ispirazione antonioniana, mosse quattro anni fa l’iniziativa del produttore americano David L. Wolper che in occasione dei giochi di Monaco ha invitato alcuni autori cinematografici a illustrare ciascuno un aspetto della manifestazione. Il russo Yuri Ozerov (L’inizio) ha studiato l’attimo che precede la gara. La svedese Mai Zetterling ha seguito I più forti, cioè i sollevatori di pesi. L’americano Arthur Penn, sfocando le immagini e usando il rallentato, ha composto un elegante poemetto sui saltatori con l’asta: I più in alto. Il tedesco dell’est Michael Pfleghar ha osservato Le donne. Con 35 macchine da presa il giapponese Kon Ichikawa, in un brano che si distacca dalla mediocrità degli altri per vigore e incisività, ha analizzato la corsa dei 100 metri in I più veloci. Il cecoslovacco Milos Forman ha svogliatamente mescolato il folklore bavarese e la IX Sinfonia diretta da Sawallisch con Il decathlon. Il francese Claude Lelouch ha registrato qualche pungente osservazione su Gli sconfitti. E infine l’inglese John Schlesinger ha seguito un suo sfortunato compatriota alle prese con La marcia piu lunga».

 

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